Domenica 16 giugno Rovigno ha indossato ancora una volta il suo abito più bello. Per la quattordicesima volta la ben nota veduta della penisola rovignese è stata nobilitata dalle vele delle barche tradizionali, nelle quali 37 squadre di Croazia, Italia, Slovenia e Austria hanno affrontato il mare, mentre la Regata organizzata dall’Ecomuseo Batana riguardo all’ecologia e alla conservazione del patrimonio marittimo si è ancor più adeguata alle necessità del presente.   

“La Regata rovignese è caratterizzata in primo luogo dall’entusiasmo di noi velisti. Ci ritroviamo ogni anno e navigando a vela ci godiamo il nostro mare e i benefici che egli dà a noi e alle nostre barche tradizionali. Lo stare insieme in compagnia la rende una “regata per l’anima”, ha dichiarato Ermanno Turcinovich, che assieme a Ennio Cherin ha conquistato ancora una vittoria nella categoria batane all’appena conclusa XIV edizione della Regata rovignese per imbarcazioni con vela latina e al terzo e altre barche tradizionali.

Anche se, come ogni anno, sono stati proclamati i vincitori nelle nove categorie, sia i partecipanti sia gli spettatori sono giunti a Rovigno innanzitutto per stare in compagnia con i padroni di casa, apprezzando le bellezze della città e il suo ricco patrimonio marittimo. Alvise Benussi, guida principale di tutte le regate della ben nota tradizione rovignese finora svoltesi, riguardo all’edizione di quest’anno afferma: “Ancora una regata piena di sole e di buonumore è passata. Anche se un po’ più di vento sarebbe stato ben accetto dai velisti, tutte le barche sono comunque felicemente giunte all’arrivo, con uguale soddisfazione sia dei primi sia degli ultimi. Questa è appunto la peculiarità della nostra Regata che meglio di tutto si manifesta nella fedeltà dei velisti veneziani che tradizionalmente, soltanto a remi e a vela, giungono qua ogni anno provenienti dalla “città sull’acqua” , oppure nella prima partecipazione della squadra austriaca che ha sostituito la navigazione a vela sul lago di Kim See nei pressi di Salisburgo con l’ampiezza e la bellezza del nostro bacino rovignese. Per dimostrare quanto apprezziamo la loro fedeltà e ammirazione per Rovigno, come padroni di casa, in collaborazione con LC Studio, abbiamo ideato e realizzato manualmente i premi in legno e resina epossidica che, speriamo, saranno un bel ricordo e un invito alla prossima XV edizione della Regata, alla quale li aspettiamo con impazienza”, ha sottolineato Alvise Benussi.

La XIV Regata la ricorderanno per la vittoria ottenuta i seguenti regatanti: Ennio Cherin ed Ermanno Turcinovich (Regina) nella categoria batane, Bruno Antonac (Pia) nella categoria cutter, Ivica Grbac (Don Ciccio) nella categoria grande guzzo e Gianni Mohović (MD 511) nella categoria piccolo guzzo. Nella categoria gaete la vittoria è stata ottenuta dal duo Brajković-Mušković (Nikka), nella categoria dingy da Luka Pasić (Dingy) e nei leuti da Janez Šabec (Stari Maček). Gli altri vincitori sono Pietro Fabris nella categoria bragagne (Mafalda), nei topi Fabio Graziani (Spiumante) e nella categoria passere il duo Tessitori-Sirotnjak (Juliana). 

La Regata di quest’anno è stata caratterizzata da tutta una serie di novità. Si è svolta nell’ambito del nuovo progetto che si occupa di protezione e conservazione del patrimonio marittimo, Arca Adriatica Interreg Italy – Croatia ed ha segnato un momento di svolta della manifestazione velica e dell’Ecomuseo Batana verso i temi ecologici e l’importanza dell’uso di fonti alternative di energia. Visto che il vento è l’energia che fa muovere le barche tradizionali, in collaborazione con l’impresa alberghiera Maistra è stato avviato un progetto dal nome e dal logo simbolico di "Wind of change", la cui prima attività è stata la sostituzione degli oggetti di plastica alla Regata con quelli di materiale biodegradabile. Il tema della tutela ambientale ha caratterizzato anche il programma per i bambini, cioè il laboratorio “Stampe marine”, guidato quest’anno da Sabina Damiani, coordinatrice artistica dell’aMORE Festival. Mostrando ai bambini il modo di realizzare i timbri con motivi marinari ha trasferito sui bambini il forte messaggio dell’aMORE Festival, cioè che senza un mare sano non ci sono neanche persone sane. 

Anche il programma più ricco di contenuti che non nel passato è stato una novità di quest’anno. La sua parte informale è iniziata con la storia dei numerosi fari adriatici e dei loro guardiani, i cui racconti su queste torri di pietra sono stati riuniti nel libro “Leggende di luce” dall’autore Jurica Gašpar, redattore del portale Morski.hr.  Considerato che è egli stesso il figlio di un guardiano di fari e che ha trascorso la sua prima infanzia nel faro sull’isola di San Giovanni in Pelago, nelle acque rovignesi, con piacere ha partecipato alla XIV Regata rovignese ed ha fatto conoscere al pubblico locale il lato caldo, autentico, umano della storia dei fari, in cui la voce della narrazione nel libro “Leggende di luce” e nel film omonimo è affidata proprio ai guardiani. A causa della loro importanza per la sicurezza delle navi e delle persone, ai tempi della Monarchia austro-ungarica quando i fari furono costruiti, i guardiani avevano uno stato sociale equiparato a quello dei medici, dei sacerdoti e degli insegnanti. Oggi, in seguito all’automatizzazione dei fari, ce ne sono sempre meno, cosicché i racconti dei pochi rimasti sono delle autentiche preziosità del patrimonio marittimo. Una preziosità del patrimonio per i rovignesi e i loro ospiti è stata sicuramente la sfilata delle batane e delle altre barche intervenute, svoltasi nelle ore crepuscolari di sabato, come introduzione al programma principale che ha entusiasmato tutti i presenti, ponendoli però di fronte a un dilemma insolubile: le barche tradizionali si adattano meglio a Rovigno di giorno o di notte!